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"Through Other Eyes" Intervista all'artista Luca Granato

Francesca Calzà 

Scopri i talenti di T.O.E. Art Market attraverso una serie di interviste esclusive con gli artisti presenti sulla nostra piattaforma. 


Esploriamo insieme le pratiche e le ricerche artistiche portate avanti dagli autori che arricchiscono la nostra comunità con le loro opere uniche. Ogni settimana, vi invitiamo a conoscere meglio le sfide, i linguaggi, i temi e le storie che si celano dietro i loro lavori per entrare a contatto con le menti creative che fanno di T.O.E. Art Market una vetrina vivace e dinamica. 


Siamo qui in compagnia di Luca Granato. Iniziamo subito con qualche domanda per conoscerlo meglio:


Francesca Calzà - Puoi raccontarci un po’ del tuo percorso artistico? Come ti sei avvicinato all’arte? 


Luca Granato - Nasco come graffiti writer ai tempi del liceo. Ricordo che mi divertiva molto strisciare la latta dello spray sulla lamiera o sul muro, creando effetti di astrazione sulle lettere. Da lì ad alcuni anni di pittura informale su tela il passo fu breve. Ad un certo punto misi da parte la tela come supporto e incominciai a lavorare direttamente con il materiale che trovavo sia in città che in campagna, come filo spinato, reti, lamiere. Attraverso questi materiali rifletto sui concetti di costrizione e precarietà.


Luca Granato, "Per asciugarti la cenere", 2023, cm 100x50
Luca Granato, "Per asciugarti la cenere", 2023, combustione su tessuto, cm 100x50

Francesca Calzà - Quali sono stati gli incontri, i riferimenti culturali o i momenti che hanno avuto un forte impatto nello sviluppo della tua ricerca?


Luca Granato - Sono stati importantissimi alcuni incontri con persone e gruppi che promuovono alternative pratiche dell’abitare in quei luoghi che oggi sembrano ormai destinati all’abbandono.  Ho amato la poesia di Franco Costabile, ma anche gli scritti di Antonino Anile e di Carlo Levi. Ho imparato tanto da Gurdjieff e apprezzo Steiner. 


Francesca Calzà - Esistono delle costanti nel tuo lavoro? Cosa ti spinge a indagare questi argomenti? 


Luca Granato - Mi piace lavorare sull’intimità e osservare come il tempo modifichi i miei ricordi e la mia storia. Sono sempre vissuto in Calabria e analizzo il paesaggio socioculturale che mi circonda e come determinate forme influenzano il mio pensiero e i miei comportamenti. 


Luca Granato, "Dieci inverni", 2023,
Luca Granato, "Dieci inverni", 2023, combustione su tessuto, cm 230x70

Francesca Calzà - Come influiscono le tue radici culturali e le tue esperienze personali sulla tua pratica artistica? Puoi fornirci qualche esempio? 


Luca Granato - Il Meridione è una terra di forti contraddizioni e spesso ci si trova a muoversi entro le costrizioni di regole quotidiane non-dette e apparentemente immutabili. Tutto e tutti spingono verso la passività e, come ultima spiaggia, l’emigrazione. Da un lato, assisto alla mia terra svuotarsi e desertificarsi velocemente. Dall’altro, dal 2019 seguo in prima persona gli sbarchi che avvengono sulle nostre coste e ne studio le conseguenze. Un esempio può essere dato dal progetto "Lenti nel sogno", nato come riflessione postuma sul naufragio di Cutro, in cui viene messo in rilievo il senso di ricerca d’intimità che porta alcune persone ad affrontare un viaggio del genere. 


Francesca Calzà - Come nasce un’opera, parti sempre da un’idea predefinita o scaturisce durante il processo creativo?


Luca Granato - I miei lavori nascono dalle suggestioni di ciò che mi sta intorno. Cerco e documento l’eredità poetica e drammatica dei luoghi che abito, le ultime testimonianze del legame tra uomo e terra, per costruirne una mappatura storica e geopolitica. Credo che, all’origine di un’opera, ci sia un’idea o un lume iniziale spontaneo dal quale poi si incomincia a progettare e affinare, pur restando sempre in ascolto e in attenta osservazione di ciò che accade nel mentre.



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