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"Through Other Eyes" Intervista all'artista Alessio Pistilli

Francesca Calzà 

Scopri i talenti di T.O.E. Art Market attraverso una serie di interviste esclusive con gli artisti presenti sulla nostra piattaforma. 


Esploriamo insieme le pratiche e le ricerche artistiche portate avanti dagli autori che arricchiscono la nostra comunità con le loro opere uniche. Ogni settimana, vi invitiamo a conoscere meglio le sfide, i linguaggi, i temi e le storie che si celano dietro i loro lavori per entrare a contatto con le menti creative che fanno di T.O.E. Art Market una vetrina vivace e dinamica. 


Siamo qui in compagnia di Alessio Pistilli. Iniziamo subito con qualche domanda per conoscerlo meglio:


Francesca Calzà - Puoi raccontarci un po’ del tuo percorso artistico? Come ti sei avvicinato all’arte?


Alessio Pistilli - Fin dalla tenera età mi esprimevo con giochi creativi legati soprattutto al disegno e alla modellazione del pongo attirato dalla semplice curiosità. Il mio percorso si è fatto chiaro nelle scuole statali, dove ho sperimentato i primi lavori artistici di gruppo, tra mostre scolastiche e qualche premio vinto, per poi intensificarsi attraverso il Liceo Artistico Statale di Latina e con la laurea in Scienze Storico-Artistiche presso “La Sapienza” di Roma. Studi che mi hanno portato a puntare tutto sulla arte e ad aprire un piccolo studio con libreria annessa, nel quale lavoro quotidianamente a progetti che ruotano intorno ai miei stati d’animo e alle mie emozioni.

Le ragioni, le motivazioni che mi hanno avvicinato al mondo dell’arte, o meglio “a fare arte”, sono state dapprima un interesse verso quelli che considero i fondamenti dell’arte, cioè l’immaginazione e la creazione. Successivamente ha fatto capolino la “libertà”, quel senso di leggerezza misto a serenità che mi fa sentire in equilibrio con tutto ciò che mi circonda. Ma non si arriva alla libertà senza passare per il duro lavoro della conoscenza e perseveranza. Leonardo Da Vinci diceva: “Non chi comincia ma quel che persevera”.


Alessio Pistilli, "Dissonance Logic", olio su tela, 2020 cm 61x61x2
Alessio Pistilli, "Dissonance Logic", olio su tela, 2020, cm 61x61x2

Francesca Calzà - Quali sono stati gli incontri, i riferimenti culturali o i momenti che hanno avuto un forte impatto nello sviluppo della tua ricerca?


Alessio Pistilli - Attualmente con “iRenaissance”, un concept nato tra il 2017 e il 2018, cerco ispirazione nell’epoca che ha segnato e continua a segnare l’arte contemporanea: il Rinascimento. Ma ho anche la fortuna di arricchire il percorso di questa ispirazione attraverso lo studio di tutta quella produzione post-rinascimentale, così da avere uno spettro più ampio, sperimentando ed ampliando la mia creatività. 

Più nello specifico e nel contemporaneo, non posso non citare quei riferimenti culturali che mi hanno educato per una crescita personale e, successivamente, per una proiezione a livello professionale: parlo in primis del mio professore d’arte (anch’egli artista) Francesco Porcari con le sue opere legate al manierismo, e a quei punti di riferimento costanti quali Roberto Ferri, Mitch Griffiths,  Marco Grassi, lo scultore Jago (con il quale ho avuto la fortuna di collaborare) ed altri artisti scoperti attraverso mostre e social-media. Oggi, attraverso internet posso scoprire tanti artisti che mi arricchiscono e mi danno forza e coraggio per osare e andare oltre la mia comfort zone, portandomi a realizzare opere diverse tra loro per quanto concerne tecniche e materiali. 


Francesca Calzà - Esistono delle costanti nel tuo lavoro? Cosa ti spinge ad indagare questi argomenti?


Alessio Pistilli - Generalmente ho sempre avuto una propensione per le arti figurative, ma gli studi liceali e poi quelli universitari hanno ampliato i miei riferimenti accogliendo ogni genere. In termini di costanti nel mio lavoro posso dire che la mia ricerca si basa quasi sempre sulla “provocazione”. Provocare emozioni forti per destabilizzare le abitudini quotidiane del pubblico. Per riuscire in questo intento, devo per forza di cose destabilizzare prima le mie di abitudini: è l’idea a suggerirmi la tecnica, lo stile più appropriato per esprimerla al meglio. Devo solo farmi trovare pronto! (ride) Ad esempio, il concept che ha preceduto "iRenaissance" ha richiesto un approccio più concettuale e meno figurativo. Mentre, in “En to Pan” ho dipinto con una tecnica più libera e meno realista: uno stile crudo, scarno, proprio perché il concept alla base lo richiedeva. Per "iRenaissance" avrei potuto utilizzare stili diversi rispetto a quello realista, ma mi è sembrato quello più idoneo e centrato per rappresentare al meglio il messaggio. Sono stato spinto dall’intento di valorizzare ed esaltare il concetto di Bellezza portandomi a riflettere sulle potenzialità che la tecnologia ha e può avere nella nostra vita, se utilizzata con un certo criterio. Gli obiettivi in termini di creazione e produzione vertono sulla sfera emozionale dell'uomo. La continua ricerca di composizioni, ritratti e allegorie che dialogano tra passato e presente, cercano di dare nuovi spunti artistici per un futuro più sensibile ai rapporti umani.


Alessio Pistilli, "Reflex Narcissism", olio su tela, 2020, cm 61x61x2
Alessio Pistilli, "Reflex Narcissism", olio su tela, 2020, cm 61x61x2

Francesca Calzà - Come influiscono le tue radici culturali e le tue esperienze personali sulla tua pratica artistica? Puoi fornirci qualche esempio? 


Alessio Pistilli - Le mie radici culturali e le mie esperienze personali influiscono in maniera totalizzante sulla mia pratica artistica. Vivo in un piccolo paese, Cori, intriso di storia e arte, in Italia, Paese che detiene il 70% del patrimonio artistico mondiale. Un patrimonio che ha un certo peso nella visione di chi vuole fare arte come mestiere! E questa visione si intensifica quando si è pronti ad accoglierla senza filtri. Nel mio caso, mettendomi continuamente in discussione per delineare quotidianamente la mia identità. Ovviamente, per riuscire in questo intento, c’è bisogno di metodologia e perseveranza. E "iRenaissance" ne è l’esempio: attraverso questa produzione, che non si fermerà ai soli ritratti attualmente in esecuzione, ma che sfocerà nella realizzazione di scene di corte e scene religiose, o collettive, sculture dal sapore classico sempre in stretto rapporto con la tecnologia attuale, musiche e video come racconto dell'iter creativo e lavorativo attraverso la presenza dei QRcode, sto cercando pian piano di creare una "bottega 2.0" del Rinascimento, dove l'arte torna ad essere il centro del mondo generando, si spera, una nuova sensibilità.


Francesca Calzà - Come nasce un’opera, parti sempre da un’idea predefinita o scaturisce dal processo creativo? 


Alessio Pistilli - Dipende dal contesto creativo. Se si tratta di opere legate a commissioni o concorsi, l’idea nasce quasi sempre partendo da un processo creativo libero da binari. Per il concept "iRenaissance" ovviamente parto da un’idea predefinita. In questo caso il mio punto di riferimento iniziale è il Rinascimento e la sua produzione ma, come ho detto prima, ho anche la fortuna di arricchire questi riferimenti attraverso le interpretazioni da parte di tutti quegli artisti che si sono succeduti fino ai nostri giorni. E questo mi permette di avere uno spettro più ampio per creare le mie idee. Un esempio è la mia tela “The other player”. La scena si ispira chiaramente a “I bari” di Caravaggio del 1594, ma attinge anche ad altre scene come i “Giocatori di carte” di Paul Cezanne del 1892 o i “Cani che giocano a poker” di Cassius Marcellus Coolidge del 1903. Un mix di interpretazioni sul tema che mi permette di trovare la mia personale visione.



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